Friday, April 10, 2009

DICHIARAZIONE DI PRINCIPI SULLA TOLLERANZA

DICHIARAZIONE DI PRINCIPI SULLA TOLLERANZA

Gli Stati membri dell'Organizzazione delle Nazíoni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura, riuniti a Parigi dal 25 ottobre al 16 novembre 1995 per la ventottesima sessione della Conferenza generale.
Preambolo

Avendo in mente quanto affermato nella Carta delle Nazioni Unite:

"Noi, popoli delle Nazioní Unite, risoluti a preservare le generazioni future dal flagello della guerra,...a riaffermare la nostra fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella dignità e valore della persona umana...e per questi fu a praticare la tolleranza, a vivere in pace l'uno con l'altro nello spirito di buon vicinato",
Ricordando che il preambolo dell'Atto costitutivo dell'UNESCO, approvato il 16 novembre 1945, dichiara che la pace "deve essere fondata sulla solidarietà intellettuale e morale dell'umanità", Ricordando ugualmente che la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo proclama che "Ogni uomo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione" (art. 18), "di opinione e di espressione" (art. 19) e che l'educazione "deve favorire la comprensione, la tolleranza e l'amicizia fra tutte le nazioni e tutti i gruppi razziali o religiosi" (art. 26),
Prendendo nota di rilevanti strumenti intemazionali, quali:

- il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici,
- il Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali,
- la Convenzione Internazionale sull'Eliminazione di tutte le Forme di Discriminazione
Razziale,
- la Convenzione sulla Prevenzione e la Repressione del Crimine del Genocidio,
- la Convenzione sui diritti del bambino,
- la Convenzione del 1951 relativa allo Status di Rifugiato e il suo Protocollo del 1967 e
gli strunenti regionali pertinenti,
- la Convenzione sull'Eliminazione di tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne,
- la Convenzione contro la Tortura ed altri Trattamenti o Punizioni Crudeli, Disumani o
Degradanti,
- la Dichiarazione sull'Eliminazione di tutte le Forme di Intolleranza e di Discriminazione
fondate sulla religione o sulla Fede,
- la Dichiarazione sui Diritti delle Persone appartenenti a Minoranze Nazionali o Etniche,
Religiose e Linguistiche,
- la Dichiarazione sulle Misure per eliminare il Terrorismo Internazionale,
- la Dichiarazione di Vienna ed il Programma d'Azione adottati dalla Conferenza Mondiale
sui Diritti Umani,
- la Dichiarazione di Copenaghen ed il Programma d'Azione adottati dal Summit Mondiale
per lo Sviluppo Sociale,
- la Dichiarazione UNESCO sulla Razza e il Pregiudizio Razziale,
- la Convenzione e la Raccomandazione dell'UNESCO contro la Discriminazione
nell'Educazione,
Avendo in mente gli obiettivi del Terzo Decennio di lotta contro il Razzismo e la Discriminazione Razziale, del Decennio Mondiale per l'Educazione sui Diritti Umani e del Decennio Internazionale delle Popolazioni Autoctone,

Prendendo in considerazione le raccomandazioni delle conferenze regionali organizzate nel quadro dell'Anno delle Nazioni Unite per la Tolleranza, in accordo con la risoluzione 27 C/5.14 della Conferenza generale dell'UNESCO, così come le conclusioni e le raccomandazioni delle altre conferenze ed incontri organizzati dagli Stati membri nell'ambito del programma dell'Anno delle Nazioni Unite per la Tolleranza,
Allarmati dall'attuale aumento di atti d'intolleranza, violenza, terrorismo, xenofobia, nazionalismo aggressivo, razzismo, antisemitismo, esclusione, emarginazione e discriminazione dirette contro le minoranze nazionali, etniche, religiose e linguistiche, rifugiati, lavoratori immigrati e gruppi deboli all'interno della società, così come di atti di violenza ed intimidazione contro individui esercitanti la loro libertà di opinione e d'espressione - tutti comportamenti che minacciano la pace e la democrazia sia a livello nazionale che internazionale e che ostacolano lo sviluppo,
Sottolineando le responsabilità degli Stati membri nello sviluppare e incoraggiare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali di tutti, senza distinzioni fondate sulla razza, il sesso, la
lingua, l'origine nazionale, la religione o l'esistenza di un handicap, e nel combattere
l'intolleranza,
Adottano e proclamano solennemente questa Dichiarazione dei Principi sulla Tolleranza
Risoluti a prendere tutte le misure positive necessarie a promuovere la tolleranza nelle nostre società, poiché la tolleranza non è solo un principio a noi caro ma anche una condizione necessaria alla pace ed al progresso economico e sociale di tutti i popoli,

Noi dichiaramo quanto segue:

ARTICOLO PRIMO - Significato della tolleranza

1.1 La tolleranza è rispetto, accettazione e apprezzamento della ricchezza e della diversità delle culture del nostro mondo, delle nostre forme di espressione e dei nostri modi di esprimere la nostra qualità di essesi umani. E' favorita dalla conoscenza, dall'apertura di spirito, dalla comunicazione e dalla libertà di pensiero, di coscienza e di fede. Tolleranza è armonia nella differenza. Non è solo un obbligo morale: è anche una necessità politica e giuridica. La tolleranza è una virtù che rende possibile la pace e contribuisce a sostituire la cultura della guerra con una cultura di pace.
1.2 Tolleranza non è concessione, condiscendenza, compiacenza. La tolleranza è, soprattutto, un atteggiamento attivo animato dal riconoscimento dei diritti umani universali e delle libertà fondamentali degli altri. In nessun caso la tolleranza potra' essere invocata per giustificare attentati a questi valori fondamentali. La tolleranza deve essere praticata dai singoli individui, dai gruppi e dagli Stati.
1.3 Tolleranza è la responsabilità che sostiene i diritti umani, il pluralismo (incluso il pluralismo culturale), la democrazia e il governo della legge. Comporta il rigetto del dogmatismo e dell'assolutismo ed afferma gli obiettivi espressi negli strumenti internazionali sui diritti umani.
1.4 Conformemente al rispetto dei diritti umani, la pratica della tolleranza non significa né tollerare 1'ingiustizia sociale, né rinunciare alle proprie convinzioni né fare concessioni rispetto ad essa. Significa che ognuno é libero di aderire alle proprie convinzioni ed accettare che gli altri
aderiscano alle proprie. Significa accettare il fatto che gli esseri umani, naturalmente diversi in aspetto, situazione, lingua, comportamento e valori, hanno il diritto di vivere in pace e continuare ad essere come sono. Significa anche che le proprie opinioni non devono essere imposte agli altri.
ARTICOLO SECONDO - Il ruolo dello stato

2.1 La tolleranza a livello statale richiede giustizia e l'imparzialità in materia di legislazione, di applicazione della legge e di esercizio dei processi amministrativi e giudiziari. Richiede anche che le opportunità economiche e sociali siano rese accessibili ad ogni individuo senza alcuna discriminazione. L'esclusione e l'emarginazione possono portare alla frustrazione, all'ostilità ed al fanatismo.

2.2 Per giungere ad una società più tollerante, gli Stati dovrebbero ratificare le convenzioni internazionali sui diritti umani esistenti, e redigere una nuova legislazione nella quale sia assicurata l'uguaglianza di trattamento e di possibilità per tutti i gruppi e individui presenti nella società.
2.3 E' essenziale per l'armonia internazionale che gli individui, le comunità e le nazioni accettino e rispettino il carattere multiculturale della famiglia umana. Senza tolleranza, non vi può essere pace e, senza la pace, non può esserci sviluppo o democrazia.
2.4 L'intolleranza può portare ad una forma di emarginazione dei gruppi deboli e alla loro esclusione dalla partecipazione sociale e politica, così come alla violenza e alla discriminazione contro loro. Come confermato nella Dichiarazione sulla Razza ed il Pregiudizio Razziali: "Tutti gli individui e gruppi hanno diritto ad essere diversi" (art. 1.2).
ARTICOLO TERZO - Dimensioni sociali

3.1 Nel mondo moderno la tolleranza è più essenziale che mai. E' questa un'epoca segnata dalla mondializzazione dell'economia e da un rapido incremento della mobilità, della comunicazione, dell'integrazione e dell'interdipendenza, delle migrazioni su larga scala e dello spostamento di popolazioni, dell'urbanizzazione e del cambiamento di modelli sociali. Da quando ogni parte del mondo é caratterizzata dalla diversità, l'aumento dell'intolleranza e dei conflitti costituisce una minaccia potenziale per ogni regione. Non é una minaccia limitata ad un solo Paese ma é una minaccia globale.
3.2 La tolleranza è necessaria tra gli individui così come all'interno della famiglia e della comunità. La promozione della tolleranza e lo sviluppo di atteggiamenti di apertura, di ascolto reciproco e di solidarietà dovrebbe aver luogo nelle scuole e nelle università, ed attraverso un'educazione non formale, in casa e nei luoghi di lavoro. I mezzi di comunicazione sono in grado di giocare un ruolo costruttivo facilitando un dialogo ed una discussione liberi ed aperti, diffondendo i valori della tolleranza ed evidenziando i pericoli di indifferenza verso la crescita di gruppi e di ideologie intolleranti.
3.3 Come affermato dalla Dichiarazione UNESCO sulla Razza ed il Pregiudizio Razziale, delle misure devono essere prese per assicurare uguaglianza in diritti e dignità agli individui e ai gruppi, ove questo sia necessario. A questo proposito, una particolare attenzione dovrebbe essere prestata ai gruppi deboli socialmente o economicamente svantaggiati, così da assicurare loro la protezione delle leggi e delle misure sociali in vigore, particolarmente riguardo alla casa, al lavoro ed alla salute; da rispettare l'autenticità delle loro culture e dei loro valori; e da facilitare la loro promozione ed integrazione sociale e professionale, specialmente attraverso l'educazione,.
3.4 Dovrebbero essere intrapresi studi scientifici ed un lavoro a rete, che includa l'analisi, parte delle scienze sociali, delle cause di fondo e delle misure efficaci, così come il sostegno dell'azione politica e normativa degli Stati, per coordinare la risposta della comunità internazionale a questa sfida globale.

ARTICOLO QUARTO - Educazione

4.1 L'educazione è il mezzo più efficace per prevenire l'intolleranza. Il primo passo nell'educazione all'intolleranza è insegnare agli individui quali sono i loro diritti e le loro libertà così da assicurame il rispetto e promuovere, ugualmente, la volontà di proteggere i diritti e le libertà degli altri.
4.2 L'educazione alla tolleranza dovrebbe essere considerata un imperativo prioritario; questo perché è necessario promuovere dei metodi sistematici e razionali di insegnamento della tolleranza centrati sulle fonti culturali, sociali, economiche, politiche e religiose dell'intolleranza, che costituiscono le cause profonde della violenza e dell'esclusione. Le politiche ed i programmi d'educazione devono contribuire allo sviluppo della comprensione, della solidarietà e della tolleranza tra gli individui così come tra i gruppi etnici, sociali, culturali, religiosi e linguistici e tra le nazioni.
4.3 L'educazione alla tolleranza deve tendere ad opporsi alle influenze che conducono alla paura ed all'esclusione dell'altro e deve aiutare i giovani a sviluppare le loro capacità di esprimere un giudizio autonomo, di svolgere una riflessione critica e di ragionare in termini etici.
4.4 Noi ci impegniamo a sostenere e a portare a termine dei programmi di ricerca nelle scienze sociali e di educazione alla tolleranza, al rispetto dei diritti dell'uomo e alla non violenza. Di conseguenza, è necessario accordare una attenzione particolare al miglioramento della formazione degli insegnanti, dei programmi di insegnamento, del contenuto dei libri di testo e dei corsi e degli altri tipi di materiale pedagogico, comprese le nuove tecnologie educative, al fine di formare cittadini solidali e responsabili, aperti alle altre culture, capaci di apprezzare il valore della libertà, rispettosi della dignità degli esseri umani e delle loro differenze e capaci di prevenire i conflitti o di risolverli con mezzi non violenti.
ARTICOLO QUINTO - Impegno ad agire

Noi ci impegniamo a promuovere la tolleranza e la non violenza per mezzo di programmi e di istituzioni nel campo dell'Educazione, della Scienza, della Cultura e della Comunicazione.

ARTICOLO SESTO - Giornata Internazionale della Tolleranza

Allo scopo di mobilitare l'opinione pubblica, di sottolineare i pericoli dell'intolleranza e di riaffermare il nostro impegno e la nostra determinazione ad agire in favore della promozione della tolleranza, noi proclamiamo solennemente il 16 novembre Giornata Internazionale per la Tolleranza.

Déclaration de principes sur la tolérance

Déclaration de principes sur la tolérance
Proclamée et signée le 16 novembre 1995 par les Etats membres de l'UNESCO
Article premier - Signification de la tolérance
1.1 La tolérance est le respect, l'acceptation et l'appréciation de la richesse et de la diversité des cultures de notre monde, de nos modes d'expression et de nos manières d'exprimer notre qualité d'êtres humains. Elle est encouragée par la connaissance, l'ouverture d'esprit, la communication et la liberté de pensée, de conscience et de croyance. La tolérance est l'harmonie dans la différence. Elle n'est pas seulement une obligation d'ordre éthique ; elle est également une nécessité politique et juridique. La tolérance est une vertu qui rend la paix possible et contribue à substituer une culture de la paix à la culture de la guerre.
1.2 La tolérance n'est ni concession, ni condescendance, ni complaisance. La tolérance est, avant tout, une attitude active animée par la reconnaissance des droits universels de la personne humaine et des libertés fondamentales d'autrui. En aucun cas la tolérance ne saurait être invoquée pour justifier des atteintes à ces valeurs fondamentales. La tolérance doit être pratiquée par les individus, les groupes et les Etats.
1.3 La tolérance est la clé de voûte des droits de l'homme, du pluralisme (y compris le pluralisme culturel), de la démocratie et de l'Etat de droit. Elle implique le rejet du dogmatisme et de l'absolutisme et conforte les normes énoncées dans les instruments internationaux relatifs aux droits de l'homme.
1.4 Conformément au respect des droits de l'homme, pratiquer la tolérance ce n'est ni tolérer l'injustice sociale, ni renoncer à ses propres convictions, ni faire de concessions à cet égard. La pratique de la tolérance signifie que chacun a le libre choix de ses convictions et accepte que l'autre jouisse de la même liberté. Elle signifie l'acceptation du fait que les êtres humains, qui se caractérisent naturellement par la diversité de leur aspect physique, de leur situation, de leur mode d'expression, de leurs comportements et de leurs valeurs, ont le droit de vivre en paix et d'être tels qu'ils sont. Elle signifie également que nul ne doit imposer ses opinions à autrui.
Article 2 - Le rôle de l'Etat
2.1 La tolérance au niveau de l'Etat exige la justice et l'impartialité en matière de législation, d'application de la loi et d'exercice du pouvoir judiciaire et administratif. Elle exige également que chacun puisse bénéficier de chances économiques et sociales sans aucune discrimination. L'exclusion et la marginalisation peuvent conduire à la frustration, à l'hostilité et au fanatisme.
2.2 Afin d'instaurer une société plus tolérante, les Etats doivent ratifier les conventions internationales relatives aux droits de l'homme et, en tant que de besoin, élaborer une nouvelle législation afin de garantir une égalité de traitement et de chances aux différents groupes et individus qui composent la société.
2.3 Il est essentiel pour l'harmonie internationale que les individus, les communautés et les nations acceptent et respectent le caractère multiculturel de la famille humaine. Sans la tolérance, il ne saurait y avoir de paix et sans la paix, il ne saurait y avoir ni développement ni démocratie.
2.4 L'intolérance peut prendre la forme d'une marginalisation des groupes vulnérables et de leur exclusion de toute participation à la vie sociale et politique, aussi bien que celle de la violence et de la discrimination à leur égard. Ainsi que l'affirme la Déclaration sur la race et les préjugés raciaux, "Tous les individus et tous les groupes ont le droit d'être différents" (art. 1.2).
Article 3 - Dimensions sociales
3.1 Dans le monde moderne, la tolérance est plus nécessaire que jamais. Nous vivons une époque marquée par la mondialisation de l'économie et par une accélération de la mobilité, de la communication, de l'intégration et de l'interdépendance, des migrations et des déplacements de populations de grande ampleur, de l'urbanisation et de la mutation des formes d'organisation sociale. Dès lors qu'il n'est pas une seule partie du monde qui ne soit caractérisée par la diversité, la montée de l'intolérance et des affrontements constitue une menace potentielle pour chaque région. Il ne s'agit pas d'une menace limitée à tel ou tel pays, mais bien d'une menace universelle.
3.2 La tolérance est nécessaire entre les individus ainsi qu'au sein de la famille et de la communauté. La promotion de la tolérance et l'apprentissage de l'ouverture d'esprit, de l'écoute mutuelle et de la solidarité doivent se faire dans les écoles et les universités, au moyen de l'éducation non formelle, dans les foyers et sur les lieux de travail. Les médias sont en mesure de jouer un rôle constructif en favorisant le dialogue et le débat libres et ouverts, en propageant les valeurs de tolérance et en mettant l'accent sur les risques que fait courir l'indifférence face à l'expansion des idéologies et des groupes intolérants.
3.3 Ainsi que l'affirme la Déclaration de l'UNESCO sur la race et les préjugés raciaux, des mesures doivent être prises en vue d'assurer l'égalité en dignité et en droits des individus et des groupes humains partout où cela est nécessaire. A cet égard, une attention particulière doit être accordée aux groupes vulnérables socialement ou économiquement défavorisés, afin de leur assurer la protection des lois et règlements en vigueur, notamment en matière de logement, d'emploi et de santé, de respecter l'authenticité de leur culture et de leurs valeurs et de faciliter, en particulier par l'éducation, leur promotion et leur intégration sociales et professionnelles.
3.4 Il convient de réaliser des études scientifiques appropriées et de mettre en place des réseaux afin de coordonner la réponse de la communauté internationale à ce défi planétaire, y compris par l'analyse, selon les méthodes des sciences sociales, des causes profondes de ces phénomènes et des mesures efficaces à prendre pour y faire face, ainsi que par la recherche et l'observation, afin d'appuyer les décisions des Etats membres en matière de politique générale ainsi que leur action normative.
Article 4 - Education
4.1 L'éducation est le moyen le plus efficace de prévenir l'intolérance. La première étape à cet égard consiste à enseigner aux individus quels sont leurs droits et leurs libertés afin d'en assurer le respect et également à promouvoir la volonté de protéger les droits et libertés des autres.
4.2 L'éducation à la tolérance doit être considérée comme un impératif prioritaire ; c'est pourquoi il est nécessaire de promouvoir des méthodes systématiques et rationnelles d'enseignement de la tolérance centrées sur les sources culturelles, sociales, économiques, politiques et religieuses de l'intolérance, qui constituent les causes profondes de la violence et de l'exclusion. Les politiques et programmes d'éducation doivent contribuer au développement de la compréhension, de la solidarité et de la tolérance entre les individus ainsi qu'entre les groupes ethniques, sociaux, culturels, religieux et linguistiques et les nations.
4.3 L'éducation à la tolérance doit viser à contrecarrer les influences qui conduisent à la peur et à l'exclusion de l'autre et doit aider les jeunes à développer leur capacité d'exercer un jugement autonome, de mener une réflexion critique et de raisonner en termes éthiques.
4.4 Nous nous engageons à soutenir et à mettre en oeuvre des programmes de recherche en sciences sociales et d'éducation à la tolérance, aux droits de l'homme et à la non-violence. En conséquence, il est nécessaire d'accorder une attention particulière à l'amélioration de la formation des enseignants, des programmes d'enseignement, du contenu des manuels et des cours et des autres types de matériels pédagogiques, y compris les nouvelles technologies éducatives, afin de former des citoyens solidaires et responsables, ouverts aux autres cultures, capables d'apprécier la valeur de la liberté, respectueux de la dignité des êtres humains et de leurs différences et capables de prévenir les conflits ou de les résoudre par des moyens non violents.
Article 5 - Engagement à agir
Nous nous engageons à promouvoir la tolérance et la non-violence au moyen de programmes et d'institutions dans les domaines de l'éducation, de la science, de la culture et de la communication.
Article 6 - Journée internationale pour la tolérance
Afin de mobiliser l'opinion publique, de souligner les dangers de l'intolérance et de réaffirmer notre engagement et notre détermination à agir en faveur de la promotion de la tolérance et de l'éducation à la tolérance, nous proclamons solennellement le 16 novembre Journée internationale pour la tolérance.

DECLARATION OF PRINCIPLES ON TOLERANCE, 1995

DECLARATION OF PRINCIPLES ON TOLERANCE, 1995

Introduction

On the initiative of UNESCO, the United Nations General Assembly proclaimed 1995 the United Nations Year for Tolerance and designated UNESCO as lead agency for this Year. In conformity with its mandate and in order to call public attention worldwide to the urgent matter of tolerance, the General Conference of UNESCO solemnly adopted on 16 November 1995, the 50th anniversary of the signature of UNESCO's Constitution, the Declaration of the Principles of Tolerance.The Member States of the United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, meeting in Paris at the twenty-eighth session of the General Conference, from 25 October to 16 November 1995.
Preamble
Bearing in mind that the United Nations Charter states "We, the peoples of the United Nations determined to save succeeding generations from the scourge of war, ... to reaffirm faith in fundamental human rights, in the dignity and worth of the human person... and for these ends to practise tolerance and live together in peace with one another as good neighbours."

Recalling that the Preamble to the Constitution of UNESCO adopted on 16 November 1945, states that "peace, it it is not to fail, must be founded on the intellectual and moral solidarity of mankind."
Recalling also that the Universal Declaration of Human Rights affirms that "Everyone has the right to freedom of though, conscience and religion" (Article 18), "of opinion and expression" (Article 19), and that education "should promote understanding, tolerance and friendship among all nations, racial or religious groups" (Article 26),

Noting relevant international instruments including:
the International Covenant on Civil and Political Rights,
the International Covenant on Economic, Social and Cultural Rights,
the Convention on the Elimination of All Forms of Racial Discrimination, the Convention on the Prevention and Punishment of the Crime of Genocide,
the Convention on the Rights of the Child,
the 1951 Convention relating to the Status of Refugees and its 1967 Protocol and regional instrumnents,
the Convention on the Elimination of Any Form of Discrimination against Women,
the Convention against Torture and other Cruel, Inhuman or Degrading Treatment or Punishment,
the Declaration on the Elimination of Any Form of Intolerance Based on Religion or Belief the Declaration on the Rights of Persons Belonging to National or Ethnic, Religious and Linguistic Minorities,
the Declaration on measures to Eliminate International Terrorism, the Vienna Declaration and Programme of Action of the World Conference on Human Rights
the Copenhagen Declaration and Programme of Action adopted by the World Summit for Social Development
the UNESCO Declaration on Race and Racial Prejudice,
the UNESCO Convention and Recommnendation against Discrimination in Education,

Bearing in mind the objectives of the Third Decade to Combat Racism and Racial Discrimination, the World Decade Human Rights Education, and the International Decade of the World's Indigenous People,

Taking into consideration the recomendations of regional conferences organized in the framework of the United Nations Year for Tolerance in accordance with UNESCO General Conference 27C/Resolution 5.14, as well as the conclusions and recommendations of other conferences and meetings organized by Member States within the programme of the United Nations Year for Tolerance,

Alarmed by the current rise in acts of intolerance, violence, terrorism, xenophobia, aggressive nationalism, racism, anti-Semitism, exclusion, marginalization and discrimination directed against national, ethnic, religious and linguistic minorities, refugees, migrant workers, immigrants and vulnerable groups within societies, as well as acts of violence and intimidation committed against individuals exercising their freedom of opinion and expression - all of which threaten the consolidation of peace and democracy both nationally and internationally and which are all obstacles to development,

Emphasising the responsibilities of Member States to develop and encourage respect for human rights and fundamental freedoms for all, without distinction as to race, gender, language, national origin, religion or disability, and to combat intolerance,

Adopt and solemnly proclaim this Declaration of Principles on Tolerance.

Resolving to take all positive measures necessary to promote tolerance in our societies, because tolerance is not only a cherished principle, but also a necessity for peace and for the economic and social advancement of all peoples.

We declare the following:

Article 1 - Meaning of tolerance

1.1 Tolerance is respect, acceptance and appreciation of the rich diversity of our world's cultures, our forms of expression and ways of being human. It is fostered by knowledge, openness, communication and freedom of thought, conscience and belief. Tolerance is harmony in difference. It is not only a moral duty, it is also a political and legal requirement. Tolerance, the virtue that makes peace possible, contributes to the replacement of the culture of war by a culture of peace.
1.2 Tolerance is not concession, condescension or indulgence. Tolerance is, above all, an active attitude prompted by recognition of the universal human rights and fundamental freedoms of others. In no circumstance can it be used to justify infringements of these fundamental values. Tolerance is to be exercised by individuals, groups and States.
1.3 Tolerance is the responsibility that upholds human rights, pluralism (including cultural pluralism), democracy and the rule of law. It involves the rejection of dogmatism and absolutism and affirms the standards set out in international human rights instruments.
1.4 Consistent with respect for human rights, the practice of tolerance does not mean toleration of social injustice or the abandonment or weakening of one's convictions. It means that one is free to adhere to one's own convictions and accepts that others adhere to theirs. It means accepting the fact that human beings, naturally diverse in their appearance, situation, speech, behaviour and values, have the right to live in peace and to be as they are. It also means that one's views are not to be imposed on others.
Article 2 - State level
2.1 Tolerance at the State level requires just and impartial legislation, law enforcement and judicial and administrative process. It also requires that economic and social opportunities be made available to each person without any discrimination. Exclusion and marginalization can lead to frustration, hostility and fanaticism .
2.2. In order to achieve a more tolerant society, States should ratify existing international human rights conventions, and draft new legislation where necessary to ensure equality of treatment and of opportunity for all groups and individuals in society.
2.3 It is essential for international harmony that individuals, communities and nations accept and respect the multicultural character of the human family. Without tolerance there can be no peace, and without peace there can be no development or democracy.
2.4 Intolerance may take the form of marginalization of vulnerable groups and their exclusion from social and political participation, as well as violence and discrimination against them. As confirmed in the Declaration on Race and Racial Prejudice "All individuals and groups have the right to be different" (Article 1.2).
Article 3 - Social dimensions
3.1 In the modern world, tolerance is more essential than ever before. It is an age marked by the globalization of the economy and by rapidly increasing mobility, communication, integration and interdependence, large-scale migrations and displacement of populations, urbanization and changing social patterns. Since every part of the world is characterized by diversity, escalating intolerance and strife potentially menaces every region. It is not confined to any country, but is a global threat.
3.2 Tolerance is necessary between individuals and at the family and community levels. Tolerance promotion and the shaping of attitudes of openness, mutual listening and solidarity should take place in schools and universities, and through non-formal education, at home and in the workplace. The communication media are in a position to play a constructive role in facilitating free and open dialogue and discussion, disseminating the values of tolerance, and highlighting the dangers of indifference towards the rise in intolerant groups and ideologies.
3.3 As affirmed by the UNESCO Declaration on Race and Racial Prejudice, measures must be taken to ensure equality in dignity and rights for individuals and groups wherever necessary. In this respect, particular attention should be paid to vulnerable groups which are socially or economically disadvantaged so as to afford them the protection of the laws and social measures in force, in particular with regard to housing, employment and health, to respect the authenticity of their culture and values, and to facilitate their social and occupational advancement and integration, especially through education.
3.4 Appropriate scientific studies and networking should be undertaken to co-ordinate the international community's response to this global challenge, including analysis by the social sciences of root causes and effective countermeasures, as well as research and monitoring in support of policy- making and standard-setting action by Member States.
Article 4 - Education
4.1 Education is the most effective means of preventing intolerance. The first step in tolerance education is to teach people what their shared rights and freedoms are, so that they may be respected, and to promote the will to protect those of others.
4.2 Education for tolerance should be considered an urgent imperative; that is why it is necessary to promote systematic and rational tolerance teaching methods that will address the cultural, social, economic, political and religious sources of intolerance - major roots of violence and exclusion. Education policies and programmes should contribute to development of understanding, solidarity and tolerance among individuals as well as among ethnic, social, cultural, religious and linguistic groups and nations.
4.3 Education for tolerance should aim at countering influences that lead to fear and exclusion of others, and should help young people to develop capacities for independent judgement, critical thinking and ethical reasoning.
4.4 We pledge to support and implement programmes of social science research and education for tolerance, human rights and non-violence. This means devoting special attention to improving teacher training, curricula, the content of textbooks and lessons, and other educational materials including new educational technologies, with a view to educating caring and responsible citizens open to other cultures, able to appreciate the value of freedom, respectful of human dignity and differences, and able to prevent conflicts or resolve them by nonviolent means.
Article 5 - Commitment to action
We commit ourselves to promoting tolerance and non-violence through programmes and institutions in the fields of education science, culture and communication.
Article 6 - International Day for Tolerance
In order to generate public awareness, emphasize the dangers of intolerance and react with renewed commitment and action in support of tolerance promotion and education, we solemnly proclaim 16 November the annual International Day for Tolerance.

DECLARACION DE PRINCIPIOS SOBRE LA TOLERANCIA

Declaración de Principios sobre la Tolerancia
Proclamada y firmada el 16 de noviembre de 1995

Los Estados Miembros de la Organización de las Naciones Unidas para la Educación, la Ciencia y la Cultura congregados en París con motivo de la 28ª reunión de la Conferencia General, del 25 de octubre al 16 de noviembre de 1995,

Preámbulo

Teniendo presente que la Carta de las Naciones Unidas declara "Nosotros los pueblos de las Naciones Unidas resueltos a preservar a las generaciones venideras del flagelo de la guerra, ... a reafirmar la fe en los derechos fundamentales del hombre, en la dignidad y el valor de la persona humana, ... y con tales finalidades a practicar la tolerancia y a convivir en paz como buenos vecinos",
Recordando que en el Preámbulo de la Constitución de la UNESCO, aprobada el 16 de noviembre de 1945, se afirma que la "paz debe basarse en la solidaridad intelectual y moral de la humanidad",
Recordando asimismo que en la Declaración Universal de Derechos Humanos se afirma que "toda persona tiene derecho a la libertad de pensamiento, de conciencia y de religión" (Artículo 18), "de opinión y de expresión" (Artículo 19) y que la educación "favorecerá la comprensión, la tolerancia y la amistad entre todas las naciones y todos los grupos étnicos o religiosos" (Artículo 26),
Tomando nota de los siguientes instrumentos internacionales pertinentes:
· el Pacto Internacional de Derechos Civiles y Políticos,
· el Pacto Internacional de Derechos Económicos, Sociales y Culturales,
· la Convención Internacional sobre la Eliminación de todas las Formas de Discriminación Racial,
· la Convención para la Prevención y la Sanción del Delito de Genocidio,
· la Convención sobre los Derechos del Niño,
· la Convención de 1951 sobre el Estatuto de los Refugiados, su Protocolo de 1967 y sus instrumentos regionales,
· la Convención sobre la Eliminación de Todas las Formas de Discriminación Contra la Mujer,
· la Convención contra la Tortura y Otros Tratos o Penas Crueles, Inhumanos o Degradantes,
· la Declaración sobre la eliminación de todas las formas de intolerancia y de discriminación fundadas en la religión o en las creencias,
· la Declaración sobre los derechos de las personas pertenecientes a minorías nacionales o étnicas, religiosas y lingüísticas,
· la Declaración sobre las medidas para eliminar el terrorismo internacional,
· la Declaración y Programa de Acción de Viena de la Conferencia Mundial de Derechos Humanos,
· la Declaración de Copenhague sobre el Desarrollo Social y el Programa de Acción de la Cumbre Mundial para el Desarrollo Social,
· la Declaración sobre la Raza y los Prejuicios Raciales (de la UNESCO),
· la Convención y la Recomendación relativas a la Lucha contra las Discriminaciones en la Esfera de la Enseñanza (de la UNESCO),

Teniendo presentes los objetivos del Tercer Decenio de la Lucha contra el Racismo y la Discriminación Racial, el Decenio de las Naciones Unidas para la Educación en la Esfera de los Derechos Humanos y el Decenio Internacional de las Poblaciones Indígenas del Mundo,
Teniendo en cuenta las recomendaciones de las conferencias regionales organizadas en el marco del Año de las Naciones Unidas para la Tolerancia de conformidad con la Resolución 27 C/5.14 de la Conferencia General de la UNESCO, así como las conclusiones y recomendaciones de otras conferencias y reuniones organizadas por los Estados Miembros en el marco del programa del Año de las Naciones Unidas para la Tolerancia,
Alarmada por la intensificación actual de los actos de intolerancia, violencia, terrorismo, xenofobia, nacionalismo agresivo, racismo, antisemitismo, exclusión, marginación y discriminación perpetrados contra minorías nacionales, étnicas, religiosas y lingüísticas, refugiados, trabajadores migrantes, inmigrantes y grupos vulnerables de la sociedad, así como por los actos de violencia e intimidación contra personas que ejercen su derecho de libre opinión y expresión - todos los cuales constituyen amenazas para la consolidación de la paz y de la democracia en el plano nacional e internacional y obstáculos para el desarrollo,
Poniendo de relieve que corresponde a los Estados Miembros desarrollar y fomentar el respeto de los derechos humanos y las libertades fundamentales de todos, sin distinciones por raza, género, lengua, origen nacional, religión o discapacidad, así como en el combate contra la intolerancia,
Adoptan y proclaman solemnemente la siguiente Declaración de Principios sobre la Tolerancia
Resueltos a adoptar todas las medidas positivas necesarias para fomentar la tolerancia en nuestras sociedades, por ser ésta no sólo un preciado principio, sino además una necesidad para la paz y el progreso económico y social de todos los pueblos,
Declaramos lo que sigue:
Artículo 1 Significado de la tolerancia
1.1 La tolerancia consiste en el respeto, la aceptación y el aprecio de la rica diversidad de las culturas de nuestro mundo, de nuestras formas de expresión y medios de ser humanos. La fomentan el conocimiento, la actitud de apertura, la comunicación y la libertad de pensamiento, de conciencia y de religión. La tolerancia consiste en la armonía en la diferencia. No sólo es un deber moral, sino además una exigencia política y jurídica. La tolerancia, la virtud que hace posible la paz, contribuye a sustituir la cultura de guerra por la cultura de paz.
1.2 Tolerancia no es lo mismo que concesión, condescendencia o indulgencia. Ante todo, la tolerancia es una actitud activa de reconocimiento de los derechos humanos universales y las libertades fundamentales de los demás. En ningún caso puede utilizarse para justificar el quebrantamiento de estos valores fundamentales. La tolerancia han de practicarla los individuos, los grupos y los Estados.
1.3 La tolerancia es la responsabilidad que sustenta los derechos humanos, el pluralismo (comprendido el pluralismo cultural), la democracia y el Estado de derecho. Supone el rechazo del dogmatismo y del absolutismo y afirma las normas establecidas por los instrumentos internacionales relativos a los derechos humanos.
1.4 Conforme al respeto de los derechos humanos, practicar la tolerancia no significa tolerar la injusticia social ni renunciar a las convicciones personales o atemperarlas. Significa que toda persona es libre de adherirse a sus propias convicciones y acepta que los demás se adhieran a las suyas. Significa aceptar el hecho de que los seres humanos, naturalmente caracterizados por la diversidad de su aspecto, su situación, su forma de expresarse, su comportamiento y sus valores, tienen derecho a vivir en paz y a ser como son. También significa que uno no ha de imponer sus opiniones a los demás.
Artículo 2 La función del Estado
2.1 En el ámbito estatal, la tolerancia exige justicia e imparcialidad en la legislación, en la aplicación de la ley y en el ejercicio de los poderes judicial y administrativo. Exige también que toda persona pueda disfrutar de oportunidades económicas y sociales sin ninguna discriminación. La exclusión y la marginación pueden conducir a la frustración, la hostilidad y el fanatismo.
2.2 A fin de instaurar una sociedad más tolerante, los Estados han de ratificar las convenciones internacionales existentes en materia de derechos humanos y, cuando sea necesario, elaborar una nueva legislación, que garantice la igualdad de trato y oportunidades a todos los grupos e individuos de la sociedad.
2.3 Para que reine la armonía internacional, es esencial que los individuos, las comunidades y las naciones acepten y respeten el carácter multicultural de la familia humana. Sin tolerancia no puede haber paz, y sin paz no puede haber desarrollo ni democracia.
2.4 La intolerancia puede revestir la forma de la marginación de grupos vulnerables y de su exclusión de la participación social y política, así como de la violencia y la discriminación contra ellos. Como confirma el Artículo 1.2 de la Declaración sobre la Raza y los Prejuicios Raciales, "todos los individuos y los grupos tienen derecho a ser diferentes".
Artículo 3 Dimensiones sociales
3.1 En el mundo moderno, la tolerancia es más esencial que nunca. Nuestra época se caracteriza por la mundialización de la economía y una aceleración de la movilidad, la comunicación, la integración y la interdependencia; la gran amplitud de las migraciones y del desplazamiento de poblaciones; la urbanización y la transformación de los modelos sociales. El mundo se caracteriza por su diversidad, la intensificación de la intolerancia y de los conflictos, lo que representa una amenaza potencial para todas las regiones. Esta amenaza es universal y no se circunscribe a un país en particular.
3.2 La tolerancia es necesaria entre los individuos, así como dentro de la familia y de la comunidad. El fomento de la tolerancia y la inculcación de actitudes de apertura, escucha recíproca y solidaridad han de tener lugar en las escuelas y las universidades, mediante la educación extraescolar y en el hogar y en el lugar de trabajo. Los medios de comunicación pueden desempeñar una función constructiva, facilitando un diálogo y un debate libres y abiertos, difundiendo los valores de la tolerancia y poniendo de relieve el peligro que representa la indiferencia al ascenso de grupos e ideologías intolerantes.
3.3 Como se afirma en la Declaración de la UNESCO sobre la Raza y los Prejuicios Raciales, es preciso adoptar medidas, donde hagan falta, para garantizar la igualdad en dignidad y derechos de los individuos y grupos humanos. A este respecto se debe prestar especial atención a los grupos vulnerables socialmente desfavorecidos para protegerlos con las leyes y medidas sociales en vigor, especialmente en materia de vivienda, de empleo y de salud; respetar la autenticidad de su cultura y sus valores y facilitar su promoción e integración social y profesional, en particular mediante la educación.
3.4 A fin de coordinar la respuesta de la comunidad internacional a este reto universal, se deben realizar y crear, respectivamente, estudios y redes científicos apropiados, que comprendan el análisis, mediante las ciencias sociales, de las causas fundamentales y de las medidas preventivas eficaces, así como la investigación y la observación destinadas a prestar apoyo a los Estados Miembros en materia de formulación de políticas y acción normativa.
Artículo 4 Educación
4.1 La educación es el medio más eficaz de prevenir la intolerancia. La primera etapa de la educación para la tolerancia consiste en enseñar a las personas los derechos y libertades que comparten, para que puedan ser respetados y en fomentar además la voluntad de proteger los de los demás.
4.2 La educación para la tolerancia ha de considerarse un imperativo urgente; por eso es necesario fomentar métodos sistemáticos y racionales de enseñanza de la tolerancia que aborden los motivos culturales, sociales, económicos, políticos y religiosos de la intolerancia, es decir, las raíces principales de la violencia y la exclusión. Las políticas y los programas educativos deben contribuir al desarrollo del entendimiento, la solidaridad y la tolerancia entre los individuos, y entre los grupos étnicos, sociales, culturales, religiosos y lingüísticos, así como entre las naciones.
4.3 La educación para la tolerancia ha de tener por objetivo contrarrestar las influencias que conducen al temor y la exclusión de los demás, y ha de ayudar a los jóvenes a desarrollar sus capacidades de juicio independiente, pensamiento crítico y razonamiento ético.
4.4 Nos comprometemos a apoyar y ejecutar programas de investigación sobre ciencias sociales y de educación para la tolerancia, los derechos humanos y la no violencia. Para ello hará falta conceder una atención especial al mejoramiento de la formación del personal docente, los planes de estudio, el contenido de los manuales y de los cursos y de otros materiales pedagógicos, como las nuevas tecnologías de la educación, a fin de formar ciudadanos atentos a los demás y responsables, abiertos a otras culturas, capaces de apreciar el valor de la libertad, respetuosos de la dignidad y las diferencias de los seres humanos y capaces de evitar los conflictos o de resolverlos por medios no violentos.
Artículo 5 Compromiso para la acción
Nos comprometemos a fomentar la tolerancia y la no violencia mediante programas e instituciones en los ámbitos de la educación, la ciencia, la cultura y la comunicación.
Artículo 6 Día Internacional para la Tolerancia
A fin de hacer un llamamiento a la opinión pública, poner de relieve los peligros de la intolerancia y reafirmar nuestro apoyo y acción en pro del fomento de la tolerancia y de la educación en favor de ésta, proclamamos solemnemente Día Internacional para la Tolerancia el día 16 de noviembre de cada año.